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Per chi è utile questa tecnica e come si inserisce nel contesto riabilitativo

Una volta che il paziente lombalgico o lombosciatalgico ha superato la fase acuta, che di norma dura dai 5 ai 10 giorni, ed ha già appreso e messo in atto manovre o posizioni facilitanti e di rilasciamento in scarico della colonna vertebrale, nella fase successiva è utile che ripristini il corretto reclutamento della muscolatura profonda della schiena, come confermato dalla ricerca scientifica degli ultimi 10 anni.

Dunque questa metodica si inserisce nel programma riabilitativo in una fase non primissima, una volta che viene valutato che si è persa la “stabilità” delle articolazioni lombari.

L’instabilità alla colonna vertebrale consiste in un perdita di controllo in zona neutra.

Bisogna considerare che nelle posizioni di max flessione e max estensione i legamenti propri della colonna sono messi in tensione e pertanto assicurano stabilità. Al contrario nelle posizioni intermedie della colonna, quando cioè camminiamo o siamo in piedi o seduti normalmente, senza torsioni o flessioni eccessive, la stabilità è controllata dalla corretta attivazione della muscolatura profonda della colonna, il muscolo multifido in particolare, che coattano le vertebre le une sulle altre e permettono di avere dei fulcri validi per il gioco di leve che poi i muscoli più lunghi e più esterni sono chiamati a fare.

Non è detto che tutti i pazienti lombalgici siano instabili, ma è molto facile che ciò accada.

L’instabilità si reperta con un attenta e specifica anamnesi e con segni e test clinici.

Sistema muscolare locale e globale

Le disfunzioni di movimento indicate dunque in letteratura medica come cause di lombalgia possono derivare da deficit del sistema stabilizzatore locale o di quello globale e, il più delle volte, dal cedimento contemporaneo di entrambi.

Il sistema muscolare locale comprende i muscoli segmentali, più profondi, che assicurano il controllo della traslazione di un segmento.

La loro attività è indipendente dalla direzione di movimento e spesso lo anticipano per provvedere ad una stiffness (resistenza) articolare durante il movimento stesso. I muscoli locali controllano la stabilità segmentale locale. Questi muscoli non cambiano significativamente lunghezza durante i movimenti funzionali.

Il sistema muscolare globale comprende i muscoli che assicurano il movimento e l’allineamento.  Essi cambiano significativamente di lunghezza durante i movimenti funzionali: in modo concentrico per generare movimento, in isometria e in co-contrazione per mantenere la posizione e l’allineamento, ed in modalità eccentrica cioè in allungamento per governare e rallentare lo spostamento del segmento osseo.

I muscoli globali controllano la stabilità dinamica mono e multi-articolare attraverso l'intero range.  Tutti i muscoli globali agiscono in una data direzione e rimangono influenzati dall’attività muscolare degli antagonisti.

Né il sistema locale, né quello globale possono, singolarmente, controllare la stabilità funzionale autonomamente: per farlo è necessaria una delicata coordinazione tra i due sistemi.